Partiamo dal presupposto che la frase è diventata di uso comune, dopo il film del 2000 di Aldo, Giovanni e Giacomo, Radio 24 ne ha fatto una trasmissione sul mondo visto dalla prospettiva degli animali, e proprio alcuni giorni fa (1 ottobre 2019) sul giornale cartaceo un articolo scritto da Letizia Giangualano.

Dove si commenta le parole del fondatore di Istagram Kevin Systrom quando ha lasciato nel 2018 la sua creatura:

“Nessuno lascia mai un lavoro perché tutto è fantastico?”

L’articolo poi prende una piega esterofila dove secondo l’autrice il nord Europa e l’Olanda la fanno da padroni nel cercare di portare il benessere al lavoro.

A distanza di pochi giorni dalla prima certificazione CHO (Chief Happiness Officer) in Italia mi sarei aspettato anche uno sguardo più attento sul nostro Paese, che viene analizzato solo per poggiare l’accento sul peggioramento sul rapporto BES 2018 dell’Istat https://www.istat.it/it/archivio/224669.

Senza considerare che non tutti i Paesi hanno iniziato a monitorare i dati legati al benessere e alla felicità, anche sul lavoro, e questo è già un nostro merito.

Secondo me invece noi Italiani, o meglio noi latini abbiamo in questa rivoluzione umanistica un ruolo centrale, di guida verso una qualità della vita migliore, grazie all’epigenetica, alla nostra cultura meno business e più etica sociale.

Il sole, la natura, l’arte di cui il Bel Paese è pregno ci hanno resi famosi, nel mondo l’Italiano medio può essere considerato in tanti modi, ma sicuramente ci vengono riconosciti pregi come la solarità, l’allegria, la spiccata socialità e la creatività, il gusto nel mangiare e nel vestire, un’arte d’arrangiarsi commovente, unica al mondo.

Il mondo del business sicuramente più freddo è abbinabile alla cultura anglosassone, dove gli USA dominano in marketing e tecnologia.

Così come identifichiamo nello stakanovismo asiatico, una mancanza di tutele e regole per i lavoratori da noi conquiste del secolo passato, ma d’altro canto una spiritualità che noi occidentali ci sogniamo.

Proprio per queste doti innate che il mondo ci riconosce e per le enormi difficoltà create da una miope burocrazia e da poca lungimiranza, gli Imprenditori Italiani che varcano il confine si trovano spesso e volentieri a competere in arene molto più semplici da gestire, ottenendo grandi successi.

Il rapporto dell’imprenditore italiano con la propria creatura, con la propria azienda è quasi filiale, passionale, molto meno distaccato del classico business aglosassone. Altra caratteristica che ci ha sempre penalizzato, ma forse adesso in questo nuovo paradigma culturale può regalarci una leadership positiva all’interno degli ambienti di lavoro e un altro primato a livello mondiale, chi sa? Solo il tempo sarà testimone se questa mia previsione sarà azzeccata oppure no.

Forse il presupposto avrebbe dovuto essere:

Chiediti se sei felice

Perché è ormai assodato che tutto parte dentro di noi, come Esseri umani agiamo solo per rispondere a nostri bisogni.

E se l’urgenza fosse proprio quella di essere più felici, trasmettere positività a chi ci vuole bene e a chi incontriamo sulla nostra strada?

E se partissimo proprio dagli ambienti di lavoro per un nuovo vero benessere?

Imprenditore Felice nasce così, dalla illuminata idea di aiutare gli imprenditori Italiani veri e propri “portatori sani di benessere” mixata con la pazza idea dell’esigenza di un nuovo umanesimo, una rivoluzione culturale della felicità soggettiva vissuta come competenza e non solo come emozione, un contagio di positività partendo dai luoghi di lavoro per avere rapporti interpersonali di qualità ed irrorare il mondo di calore umano, benessere, sorrisi e amore.

Le poche volte che sono riuscito a portare a casa invece di stress e malessere, positività e benessere, sorrisi ed amore, gratitudine e valori mi sono sentito immensamente bene e mi hanno convinto a pretendere quel risultato non solo sporadicamente.

Immagina come sarebbe bello un lavoro pieno di soddisfazione, collaborativo e non competitivo, basato sulla gratitudine e il benessere delle persone, autogestito e che valorizzi i talenti presenti.

Immagina che soddisfazione tornare a casa la sera della propria famiglia carico di energia positiva, sorrisi e benessere, per poter contaminare tutte le persone che ci incontrano.

Immagina puoi, diceva una nota pubblicità.