Su questi tre argomenti ne sono state scritte di ogni tipo. In Imprenditore Felice non possiamo esimerci da parlarne, partendo da un articolo di Davide e Enrico di MoneySufers:

Se c’è una cosa che ci ha sempre stupito nella reazione che hanno avuto i giornali, le televisioni e le radio dopo l’uscita del nostro bestseller “La felicità fa i soldi – Ricchi dentro e fuori con lo
Yoga Finanziario” è stata la pressoché totale indifferenza con cui è passato un messaggio incredibilmente politically uncorrect che vi è contenuto.

Tutti si sono concentrati sugli ultimi capitoli, quelli dove parliamo di meditazione, di vocazione professionale, di minimalismo e di consapevolezza. Quasi nessuno si è fatto avanti chiedendoci:

“Ma se la Ricchezza Consapevole viene dopo la Ricchezza Emotiva, vuol dire che per essere FELICI, prima bisogna fare la grana, e solo POI, pensare al resto?”

Riassumendo, per quei quattro gatti che non lo hanno ancora letto: le leggi del denaro si comportano esattamente come quelle che regolano l’amore.

A seconda del nostro livello di evoluzione interiore possiamo provare 3 tipi di amore:

  1. Amore istintivo
  2. Amore emotivo
  3. Amore consapevole

Il primo è quello che si limita all’accoppiamento e che serve alla specie per sopravvivere nel tempo.

Troviamo un/a partner per la sola esigenza di riprodurci, lo facciamo e la nostra gratificazione finisce nell’attimo stesso in cui l’atto riproduttivo finisce.

Con l’amore emotivo, siamo effettivamente innamorati dell’altra persona, esiste un rapporto che va oltre l’atto sessuale, ma se e solo se (come si diceva in matematica) l’altro ci corrisponde.

Altrimenti andiamo in sbattimento, non dormiamo più, diventiamo gelosi, siamo perennemente insicuri.

Il terzo amore, l’amore consapevole, è l’amore che basta a se stesso.

Io sono gratificato dall’atto di amare, e così facendo, divento uno strumento d’amore per l’Universo intero, che a sua volta, non può fare a meno di amarci e rifornirci continuamente di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per svolgere la nostra missione di vita.

Coi soldi, è la stessa cosa.

C’è la ricchezza istintiva, ovvero, lavoriamo solo per sopravvivere, godiamo solo nell’atto di osservare il bonifico dello stipendio che arriva in banca, tutto il resto della vita è una m***a.

Poi c’è la ricchezza emotiva in cui non lavoriamo più per i soldi, ma i soldi lavorano per noi.

Siamo imprenditori, investitori, artisti, scrittori che hanno entrate automatiche, ovvero non correlate al tempo che dedicano al lavoro ma alla qualità e la quantità di problemi altrui che riescono
a risolvere.

Ci godiamo la magnifica sensazione di alzarci al mattino, controllare la mail e scoprire che abbiamo guadagnato mentre dormivamo, ma, eh sì c’è un ma, lo facciamo in maniera compulsiva.

Lo facciamo perché alla fine, per quanto avesse ragione Luca Carboni, che in Caro Gesù diceva: “Oh no i soldi lo so, che non danno la felicità, immagina però, come può stare chi non li ha”, alla
fine però, quello che sta veramente bene è colui che è in grado di fare soldi, senza pensarci.

Lo dicono anche le ricerche scientifiche, oltre una certa cifra mensile, i soldi non aumentano la felicità.

Per questo è evidente che sussiste un terzo e ultimo livello, quello della Ricchezza Consapevole, difficilissimo ma non impossibile, da raggiungere, in cui sei ricco e manco te ne accorgi.

Ti dimentichi di guardare il saldo del conto corrente perché sei troppo occupato a fare le cose che più ami, e mentre le fai, hai l’assoluta certezza che ti faranno guadagnare.

Lo Yoga Finanziario

Bene, tutti si sono concentrati su quest’ultimo step, ma nessuno si è mai accorto della cosa “orribile” che stiamo insegnando alle persone, che in pratica è: prima i soldi e poi, solo poi, lo Yoga.

Per capire che i soldi sono un falso obiettivo, li devi fare. Finché non li farai veramente, la natura stessa del tuo istinto di sopravvivenza, saboterà ogni tentativo di crescita ulteriore.

Per questo tante filosofie, scuole di crescita personale, e persino molte religioni, non producono risultati di benessere concreto nelle persone.

Perché si concentrano solo sul potenziamento delle doti psicologiche e spirituali, senza passare da una sana e “volgarissima” cultura finanziaria.

 

Noi possiamo aggiungere che anche la felicità può essere delle 3 tipologie:

  1. Istintiva
  2. Emotiva
  3. Consapevole

Istintiva quella del bambino che riesce a ridere 400 volte al giorno, l’adulto in media 14, in Italia nel 2019 non ci sono studi ma la sensazione ci fa credere che le risate dell’adulto medio siano
decisamente sotto media. La piccola parte di bambino che rimane in noi da adulto ci permette di ridere con le comiche, con un film, da soli o in compagnia.

La felicità emotiva è sicuramente più profonda, dobbiamo essere tra amici, in famiglia, con forti legami affettivi per liberarla, legata a ricordi di gioventù, o solo al benessere di stare in certa compagnia.

La felicità consapevole, così come per ricchezza e amore, è l’ultimo stadio, il più complesso da raggiungere, dove diventiamo gratificati solo dal fatto di felici, e così facendo, diventiamo un portatore sano di felicità, uno strumento di benedizione per l’Universo intero, che a sua volta, non può fare a meno di amarci e rifornirci continuamente di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per svolgere la nostra missione di vita.

Avete presente quando in una stanza entra una Persona luminosa che con la propria chimica infetta positivamente l’ambiente? La felicità consapevole ha questo potere di contagiare positivamente chiunque sia nei dintorni.

Cosa c’entra questo con le organizzazioni aziendali? Scoprilo con noi quanto la scienza della felicità può donare alla tua azienda, a te e a tutte le Persone che lavorano con te.