La nostra generazione è appena passata dalla rivoluzione digitale, che si è affacciata al mondo negli anni ’50 con i primi computer, ma si è concretizzata negli anni ’90 con telefonia mobile e internet, che all’orizzonte ne appaiono subito altre.
In passato i passaggi epocali erano ben distinti e distanti almeno una generazione, oggi il mondo viaggia a velocità supersonica, e tutto è condensato e molto più rapido.
Il 900, il secondo secolo dell’età contemporanea, è stato caratterizzato dalla rivoluzione Russa, dai regimi totalitari, dalla grande depressione, dalla terza rivoluzione industriale, sul finale dalla globalizzazione, ma soprattutto da due devastanti guerre mondiali.
Se anche l’800 era stato un secolo di grandi cambiamenti, il mondo, la vita delle persone nel XX secolo è drasticamente evoluta, basti pensare alla differenza di vita di una Persona ad inizio secolo e sulla fine dello stesso.
Il genere umano ha fatto macroscopici passi avanti in cultura, conoscenze scientifiche, medicina, chirurgia, invenzioni, comunicazioni, mobilità, tecnologia, in grandi parti del mondo le guerre non sono più opzioni praticabili.
Sulle evoluzioni delle religioni servirebbe un capitolo a parte, ma oggi è vero che Stato e Chiesa a seconda di dove nasciamo ci mettono un bollino di appartenenza, la cittadinanza e il battesimo, ma i non praticanti di tutte le religioni sono in continuo aumento.
Ed eccoci alla soglia del terzo decennio del nuovo millennio, ad avere addirittura tre rivoluzioni che incombono su di noi, la prima è una sorta di continuazione della rivoluzione digitale, la blockchain, le criptovalute e gli smart contract, sarà la solita pallosa economia in salsa moderna e democratica?
La seconda l’ecosostenibilità, l’ambiente, la mobilità elettrica, finalmente il rispetto del nostro pianeta, le smart city, sotto certi aspetti imposta dai cambiamenti climatici, una sfida dell’umanità alla nostra organizzazione per Nazioni indipendenti che pensano solo al proprio orticello.
Invece, secondo me, quella che rivoluzionerà davvero il nostro modo di vivere, sarà una sorta di nuovo umanesimo rinascimentale, chi vi scrive la fa dalla terra di Petrarca e Boccaccio.
Sarà la rivoluzione della felicità, sì grazie alle nuove scienze possiamo affermare che la felicità è una scelta, una competenza e come tale possiamo imparare a viverla e a distribuirla, contagiando chi ci vive intorno.
Se nell’umanesimo rinascimentale attraverso un consapevole studio di lingue e letteratura classica avveniva un’elevazione spirituale dell’Uomo imbarbarito dagli anni bui del medioevo, oggi nel nuovo umanesimo ricerchiamo dentro una nuova consapevolezza di se, una nuova e profonda conoscenza di se, per elevarci a portatori sani di benessere.
Si la rivoluzione della felicità, metterà in secondo piano il mero consumismo, lo stacanovismo obbligato delle società fameliche come la nostra, avremo la possibilità di scendere dalla ruota del criceto solo volendolo.
Siamo attratti dal benessere e dalla felicità, come da calamite, ma abitudini errate ci impongono seriorità e ritmi di vita senza senso, paure e stress ci vengono inculcate per venderci soluzioni preconfezionate.
Finalmente invece impareremo così come la successione di Fibonacci è utilizzata dalla natura prima ancora che venisse scoperta, che l’Uomo ha un suo percorso di crescita soggettivo ed un ruolo sociale autodefinito ma armonico con la persona che diventerà, che una volta individuato restituirà forza e felicità.
Già oggi chi vive nell’inconsapevolezza o nell’egoismo non potrà evolversi nel pieno compimento di se e mai raggiungere picchi di felicità e benessere a cui tutta l’umanità dovrebbe ambire.
0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89 e la famosa successione aurea, che messa in grafica parte a spirale dal punto 0, e proseguisse con i quadrati 1 + 1 andando a formare rettangoli regolari. E se l’Uomo avesse scandito il percorso di crescita ottimale dalla natura?
Mi piace pensare che fisicamente siamo formati a 21 anni, completati dall’amore a 34 anni, evoluti culturalmente e spiritualmente fino ai 55 anni, e dopo fino agli 89 tutti anni dedicati alla filantropia, al volontariato, al sostegno del prossimo, all’insegnamento.
Sognamo ad oggi aperti, fino a 5 anni solo amore e gioco, da 5 a 8 solo amore, gioco e insegnamento delle lingue, almeno tre, da 8 a 13 anni una cultura di base intervallata ad attività sportiva, gioco e amore sempre presenti. Da 13 a 21 una cultura secondaria che preveda non solo le solite materie, ma scienza del se, scienza della felicità, teatro, arti, ecosostenibilità, scienza alimentare, socializzazione intergenerazionale e interculturale, con indirizzamenti facoltativi scelti dai ragazzi sempre intervallati da attività sportiva e interscambi culturali con ragazzi di altre nazioni che immaginerei così 15 giorni in Italia insieme in casa e in classe, 15 giorni scambiati in famiglia e in classe, e gli ultimi 15 giorni al rovescio dei primi.
Esami facoltativi senza voti, anzi votando l’insegnante di carriera o volontario.
Dai 21 ai 34 il mondo del lavoro dove le aziende, mettono a disposizione conoscenze e strumenti per fare un determinato lavoro, ma nel mio mondo ideale ogni essere umano sceglie quanto lavorare e quanto guadagnare, utopia?
Le aziende saranno il vero concetto di lavoro di squadra, a casa tutti i lavoratori porteranno benessere e felicità, lo stress vietato dalla legge sarà estirpato, gli utili verranno suddivisi al 40% in scorte aziendali, 40% tra tutti i lavoratori e il restante 20% in parti uguali in tasse e solidarietà.
Il rischio imprenditoriale sarà suddiviso tra lo stato, l’imprenditore e tutti i collaboratori in parti uguali, non esisteranno più i fallimenti, ma in caso di crisi saranno chi ci lavora che sceglierà le soluzioni, l’orario di lavoro totalmente ininfluente e autogestito, più alle Persone sappiamo dare fiducia più questa verrà ripagata.
Dai 34 ai 55 i lavoratori Senior potranno in qualsiasi momento andare a fare l’imprenditore sia in indotto con la vecchia azienda sia in concorrenza, lo stato agevolerà tutte le Persone con ambizione e voglia di fare.
Il lavoratore senza obblighi di orario, con una paga che si autodefinisce sarà un’ottima soluzione lavorativa, più sarà ideale e più servono incentivi per volere di più in termini di soddisfazioni.
Ai 55 anni, sia Uomini che Donne, potranno scegliere se rimanere alcuni anni al lavoro oppure andare in pensione e fare volontariato. 34 anni di lavoro permetteranno 34 anni di pensione a circa il 50% del percepito negli ultimi 10 anni, dopo gli 89 anni, chi avrà la fortuna di arrivarci la sua pensione, che rimarrà uguale, sarà pagata dai contributi dei meno fortunati invece di sequestrarli lo stato come succede oggi.
Il volontariato dei pensionati sarà in parte retribuito (mediamente il 50% di uno stipendio base), ma fortemente incentivato sia in azienda sia nelle scuole, tutti dovrebbero provare ad insegnare nelle scuole.
Ricordate che il denaro non è l’oro, non ha scarsità, quindi economicamente queste idee sarebbero facilmente sostenibili per uno Stato democratico.
I proprietari degli immobili produttivi avranno due soluzioni, affittare tra il dodicesimo del valore di acquisto dell’immobile fino ad un massimo del + 30% in caso di miglioramenti senza pagare tasse sull’immobile, oppure al prezzo libero di mercato pagandoci però una tassa sul possesso.
Le pene detentive saranno ampiamente sostituite per tutti i non pericolosi con arresti domiciliari e braccialetti elettronici, il carcere sarà solo per alcuni reati.
Sugli ospedali sono in difficoltà ad avere una visione positiva del fine vita o della malattia, ci vorrebbe qualche addetto ai lavori.
Nella rivoluzione della felicità, il denaro perderà finalmente questo assurdo predominio su tutto e su tutti, non sarà più centrale e sarà importante ma molto meno di oggi, verrà esaltato l’essere e pesato meno l’avere, le Persone varranno per chi sono diventate, non per quello che posseggono.
Ciò che faremo nella nostra vita sarà finalizzato soprattutto all’Essere Persone migliori, e non all’avere, al possedere come avviene oggi.
Benvenuta rivoluzione della felicità, ti aspettavo da un pò…
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